The Shannara Chronicles di Austin Butler Chronicles di Alfred Gough e Miles Millar

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C’era una volta un mondo fatato popolato da mistiche creature: elfi, maghi, troll e nomadi. In questo reame si trovava una pianta magica chiamata Eterea che aveva il potere di imprigionare il Dagda Mor e i suoi malvagi demoni che un tempo popolavano la terra.

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In questo regno, tutto sembrava andare per il meglio fino a quando la giovane Amberle Elessedil decise di partecipare al guanto di ferro, cerimonia per diventare guardiano dell’Eterea, a cui mai nessuna donna aveva partecipato. Fino a qui gli elementi per un bel fantasy ci sono tutti, soprattutto se mettiamo sul piatto un mezzo elfo carino, un testosteronico druido e una subdola ed intrigante nomade.

Il pilot della prima stagione incuriosisce, ma purtroppo il seguito non credo dia merito al libro (che purtroppo non ho letto) da cui la storia è tratta. Gli eventi sono mal articolati, i personaggi poco credibili fatta eccezione per la sola Eretria (Ivana Baquero). I registi si sono limitati a buttare lì i protagonisti, gli effetti speciali e i favolosi paesaggi senza spiegare nulla. Ci si aspetta dunque che la storia si racconti da sola, ma non accade nemmeno questo. Wil Ohmsford (Austin Butler) ci viene inizialmente presentato come un povero mezzo elfo sfigato, orfano, imbranato ed ingenuo, affranto per la prematura perdita della madre. Dopo aver incontrato il mistico Druido il giovane si trasforma magicamente in un saggio e valido condottiero nonchè seduttore di fanciulle, addirittura oggetto del duplice desiderio delle due protagonisti femminili, di cui lui è alternativamente innamorato a seconda della situazione più propizia. Magari sono una nostalgica del romanticismo vecchia scuola, ma il grande amore è uno o almeno uno alla volta.

Degli altri personaggi sarebbe meglio non parlare. Trovo fastidiosa, apatica ed eccessivamente magra l’attrice scelta per interpretare Amberle, Poppy Drayton. Non rende neanche lontanamente l’idea della principessa guerriera e sinceramente per una teen series come questa è discutibile proporre ancora una volta una fisicità così scheletrica.

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Manu Bennett, nei panni di Allanon, si ritrova a fare il baby sitter di questi giovinastri confusi, in un ruolo tutt’altro che definito, in cui sembra far tutto e alla fine non combina nulla. Potrei andare avanti ma sinceramente mi si spegne l’entusiasmo se penso all’ultimo episodio che corona egregiamente il senso di smarrimento e caos di tutta la serie, che si è limitata a mettere in scena situazioni impossibili anche in un mondo impossibile. L’unico disappunto è che The Shannara avrà una seconda stagione, ennesima situazione tra l’irreale e il poco credibile che questa serie riesce a regalare.

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